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Non si può non partire dalla notizia della giornata: nemmeno un sacco è stato riempito di spazzatura. Ecco, questo è quello che nel concreto facciamo. Ci prendiamo cura delle nostre radici sporcandoci le mani ed evitando che questo posto fantastico chiamato Contrada Cugni finisca nell’oblio.

Le presenze sono state 15, fra cui tre fuori provincia. Segno che infondiamo sana curiosità per la nostra Causa.

Il percorso è stato il seguente:

  • Acropoli e basamenti delle colonne (si pensa che sia stato eretto un tempio greco)
  • Necropoli (i due distinti gruppi di grotticelle artificiali)
  • Cavetta
  • Grotta Calafarina

La prossima domenica muoveremo dall’ex Stazione di Pachino alle ore 10. Ci avvicineremo ai resti del Villaggio Romano sito sulla SP Pachino-Morghella. Quindi vi invitiamo a munirvi di automezzo.

Ecco a voi le foto scattate domenica 20 gennaio 2013

Avanti con la Causa, solo per la Causa

Quest’oggi abbiamo capito che più o meno, e con l’umiltà del caso, siamo nella strada giusta. Oggi eravamo in 14.  Ma accanto delle persone che si sono accostate al nostro Movimento ora (e che ringraziamo tantissimo), ci sono tante altre persone che sono venute di nuovo a godere della bellezza di quello che consideriamo il Parco Archeologico dei Cugni, ma che in effetti Parco non è ancora.

Il percorso, grazie ad Antonello Capodicasa, si arricchisce ogni volta di un particolare mai messo in evidenza l’altre volte. Ed ecco che Antonello ci fa notare poco più in là delle carraie una successione di grotticelle che però sono sepolte da erbacce e rovi. Notiamo che le new entry che per la prima volta passeggiano con noi per il Parco, restano estasiate dei tesori che per troppo tempo sono stati sottratti alla cognizione della cittadinanza. Li vediamo che scattano foto e s’immergono in quel che è la culla della nostra civiltà, o meglio, di quella che rimasta stante la presenza di progetti devastanti dei resort vista depuratore. Ma ammirare ed immergersi nella natura e nella cultura, non basta.

I guanti e il sacchetto (due mezzi assolutamente innocui) sono le armi preferite per riappropriarci dei Cugni. Allora si fa la pulizia dei rifiuti della “civiltà” odierna. E subito ci viene da ridere pensando al fatto che Alessandro sta festeggiando il suo compleanno togliendo vasetti (!) da una grotticella. L’anno prossimo potrà raccontare che l’anno prima aveva pulito una tomba dell’età del bronzo.

Proseguiamo in direzione Calafarina, evitando di incontrare il cimitero di eternit che c’è nelle vicinanze. Entriamo e notiamo come il sito si presenta assolutamente privo di qualsiasi voglia indicazione o percorso, come del resto si presenta qualsiasi area che meriterebbe la giusta considerazione. Dopo gli scatti di rito ci avviciniamo alla Grotta del Fico e qui ribadiamo il concetto: come si fa a fare cingere d’assedio una Grotta (che è già stata in passato vittima di vandalizzazione), da un cantiere? Chi doveva vigilare? Sopratutto lo chiediamo agli amici che non erano mai stati nelle vicinanze della Grotta del Fico. Non c’è bisogno di dirci nulla, la risposta è nei nostri occhi.

Torniamo indietro a prendere i sacchi che anche oggi abbiamo riempito. E vediamo che i signori che prima venivano a sporcare, ora non sporcano più. Mangiano e civilmente ripongono tutto nei sacchetti della spesa. Un’ora prima, avevamo trovato uno scontrino: 12/1/13. Ok, non fa nulla. Se siamo passati dalle confezioni vuote di pasta, lattine, bottiglie di birra e di plastica e ai sacchetti di carta a uno scontrino, questo vuol dire che basta poco per cominciare a sovvertire certe abitudini.

D’altronde si passa da 2 a 13 presenze domenicali in 4 settimane. No?

Corrado Cugno
Vincenzo Giannone

“Corrado, che facciamo sabato mattina?”, chiesi. “Andiamo a farci una passeggiata nelal zona archeologica, così vediamo come è la situazione ai Cugni” , mi rispose Corrado.

Bene, è quello che abbiamo fatto oggi 22 dicembre 2012. Maledicendo, (o ringraziando i Maya, fate voi) previa colazione rigenerante, siamo andati a fare quattro scatti interessanti all’enorme richezza dei Pachinesi.

Carraie

Carraie

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Latomie

Oltrepassando la ferrovia, ci siamo imbattuti nelle carraie che i nostri avi usavano per trascinare carri pieni di mattoni opportunamente estratti dalle latomie. Qui la situazione ci sembrava, compatibilmente all’oblio della zona, accettabile.

Le cose comiciano a cambiare quando entriamo a contatto con le tombe a forno poco distanti. Oltre a un muro abbattuto che ostacola l’ingresso di una delle tombe a forno, notiamo cumuli di immondizia varia. DSCF2331
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Insomma alla bellezza preistorica di questa zona si somma anche la totale”bestialità” dell’evoluto uomo moderno. Eppure, le immagini parlano chiarissimo, questo posto è la fine del mondo. Immensi spazi di verde e roccia senza soluzione di continuità e all’improvviso, spunta una tomba neolitica!

Ritornando indietro verso il Macello, prendiamo la macchina ed andiamo a vedere la grotta del Fico. E’ una fenditura carsica unica nel suo genere. Una specie di “grotta verticale”, se vogliamo chiamarla così.

E qui mi viene lo scoramento e capisco perchè sia il sottoscritto che Corrado, ci siamo messi a fare questa battaglia, invece di stare “queti”. Intorno alla Grotta del Fico, sta nascendo un hotel! La distanza tra la Grotta del Fico e il cantiere è veramente risibile!

Lasciata la zona, andiamo verso la Grotta di Calafarina.

Siamo in presenza dell’Orrido assoluto e della Bellezza Assoluta a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Infatti, se la Grotta è fantastica e ci riecheggia storie di “truvatura” e di re, lo spettacolo che vediamo dopo fa veramente gridare allo scempio.

Sopra la Grotta, abbiamo dei cimiteri di eternit e vecchi copertoni.

Andando verso il mare, ci viene un dubbio. Dov’è la Grotta Corruggi? Beh, diciamocelo francamente. Salvo limitate eccezioni, non ci hanno educato alla conoscenza della nostra storia. Andando a tentoni, non l’abbiamo trovata. Ci siamo soffermati per qualche scatto presso “i Cosci i Ronna Razzia”. Rispondete a questo post su Facebook, indicandoci la strada!

Per finire, visita al villaggio romano sulla Morghella-Pachino. Purtroppo non ci sono foto. Sapete perchè? Perchè il villaggio, seppur nella disponibilità del Comune di Pachino, è adibito a recinto per le pecore. Avete capito bene, “u picuraru” ha messo le sue bestie la dentro praticando un buco nella rete. Fingendomi pecora pure io, mi sono introdotto nel nostro patrimonio. Poi abbiamo notato che il pastore non era contento.

Io non so se tutto questo è possibile. Non sono un tecnico, non sono un dottore in legge. Ma penso che il buonsenso è di tutti. E’ impossibile umanamente che si minacci in questa maniera la Grotta del Fico in questa maniera come è impossibile che la gente vada a scaricare amianto in zona archeologica o com’è impossibile che un provato possa rendere i resti di un villaggio romano il cesso delle proprie bestie.

Che dire, mobilitiamoci! Abbiamo un patrimonio culturale invidiabile.

La bellezza vincerà sull’ottusità del cemento, della gente e delle amministrazioni comunali.

Chi vuole venire il prossimo sabato?