Non si può non partire dalla notizia della giornata: nemmeno un sacco è stato riempito di spazzatura. Ecco, questo è quello che nel concreto facciamo. Ci prendiamo cura delle nostre radici sporcandoci le mani ed evitando che questo posto fantastico chiamato Contrada Cugni finisca nell’oblio.

Le presenze sono state 15, fra cui tre fuori provincia. Segno che infondiamo sana curiosità per la nostra Causa.

Il percorso è stato il seguente:

  • Acropoli e basamenti delle colonne (si pensa che sia stato eretto un tempio greco)
  • Necropoli (i due distinti gruppi di grotticelle artificiali)
  • Cavetta
  • Grotta Calafarina

La prossima domenica muoveremo dall’ex Stazione di Pachino alle ore 10. Ci avvicineremo ai resti del Villaggio Romano sito sulla SP Pachino-Morghella. Quindi vi invitiamo a munirvi di automezzo.

Ecco a voi le foto scattate domenica 20 gennaio 2013

Avanti con la Causa, solo per la Causa

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Pubblico la bozza di statuto per un Comitato proposta in asssemblea il 12-1-2013

STATUTO

Art. 1

Costituzione, denominazione e sede

1) E’ costituito il Comitato denominato Movimento Si al Parco Archeologico dei Cugni con sede nell’ambito territoriale del Comune di Pachino (SR)

2) Il Comitato non ha fini dilucro e non ha alcuna finalità di svolgimento di attività di natura commerciale.

E’ fatto divieto di ripartire i proventi fra gli associati in forme dirette, indirette o differite.

L’eventuale avanzo di gestione deve essere destinato interamente alla realizzazione delle finalità istituzionali di cui al successivo art 2.

3) La durata del Comitato è limitata al conseguimento degli obbiettivi di cui all’art.2

Art. 2

Scopi e attività

  1. Il Comitato è apartitico.

  2. Il Comitato è un centro permanente di vita associativa a carattere volontario e democratico la cui attività è espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo.

  3. Il Comitato promuove la partecipazione dei propri associati alla vita della comunità locale, con particolare riferimento alla fruizione pubblica e regolamentata del Parco Archeologico dei Cugni (comprendente la necropoli, le carraie, le latomie e le grotte del Fico, Calafarina e Corruggi) e contro i progetti edilizi e industriali che compromettano la realizzazione del Parco e l’integrità del sito archeologico.

  4. Il Comitato si pone inoltre come obiettivo quello di realizzare le iniziative idonee a promuovere la conoscenza e la valorizzazione storica, culturale, sociale, turistica ed economica del sito archeologico del Parco Archeologico dei Cugni (comprendente la necropoli, le carraie, le latomie e le grotte del Fico, Calafarina e Corruggi).

  5. Per lo svolgimento delle suddette attività, il Comitato si avvale prevalentemente delle attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita dai propri associati.

  6. Il Comitato perseguirà gli obiettivi di cui sopra mediante la realizzazione di attività che a titolo esemplicativo e non esaustivo potranno essere:

  • effettuare raccolte pubbliche di adesioni, di firme e di fondi;

  • richiedere occasionalmente prestazioni di lavoro autonomo o dipendente, anche ricorrendo ai propri associati;

  • organizzare attività culturali di informazione, quali convegni, dibattiti, riunioni, escursioni e qualsiasi attività di pulitura del sito in accordo con gli enti competenti

  • promuovere provvedimenti giudiziari a tutela del Parco Archeologico dei Cugni (comprendente la necropoli, le carraie, le latomie e le grotte del Fico, Calafarina e Corruggi)

  • promuovere ricorsi avversi a provvedimenti intesi come lesivi dei diritti di cui al punto precedente.

  1. Il Comitato ha quindi l’obiettivo di far si che i cittadini siano maggiormente informati e possano di conseguenza valutare con obiettività e coerenza, partecipando in modo attivo alle decisioni prese nell’interesse dello scopo del Comitato

Art. 3

Risorse economiche

1) Il Comitato trae le risorse economiche per il funzionamento e per lo svolgimento delle proprie attività da:

a) donazioni a carattere di liberalità, elargite dagli associati per le attività del Comitato

b) eredità, donazioni e legati testamentari;

c) contributi dello stato, delle regioni, degli enti locali, degli enti e delle istituzioni pubbliche e delle imprese;

d) entrate derivanti da iniziative promozionali finalizzate al proprio finanziamento, quali feste e sottoscrizioni anche a premi.

2) Il fondo comune costituito con le risorse di cui al comma precedente non può essere ripartito fra i soci né durante la vita del Comitato, né all’atto del suo scioglimento.

3) L’esercizio finanziario del Comitato ha inizio e termine rispettivamente il 1° gennaio ed il 31 dicembre di ogni anno.

4) Al termine di ogni esercizio il Consiglio Direttivo redige il bilancio consuntivo e lo sottopone

all’approvazione dell’Assemblea dei soci entro il mese di febbraio.

Art. 4

Soci

1) Il numero degli aderenti è illimitato.

2) Sono membri del Comitato i soci fondatori e tutti i soggetti persone fisiche, che a partire dal sedicesimo anno d’età si impegnino a contribuire alla realizzazione degli scopi del Comitato e ad osservare il presente statuto. Per i minori di anni diciotto, sul modulo di iscrizione al Comitato va raccolta la firma congiunta di uno dei genitori del minore, in segno di consenso.

Art. 5

Criteri di ammissione ed esclusione dei soci

1) L’ammissione a socio è subordinata :

    1. alla presentazione diapposita domanda scritta da parte degli interessati;
    2. al compimento del sedicesimo anno d’età
    3. ai seguenti criteri che determinano l’esclusione dallo status di socio :

    • consenso alle lottizzazioni e a qualsiasi attività industriale, di discarica o estrattiva espresso attraverso qualsiasi mezzo d’informazione o telematico (social networks, blog) ;

    • essere implicati a vario titolo in Società che svolgono attività industriale, di discarica o estrattiva nelle immediate adiacenze del Parco Archeologico dei Cugni (comprendente la necropoli, le carraie, le latomie e le grotte del Fico, Calafarina e Corruggi)

    • essere stati implicati in decisioni prese in varie sedi (Consiglio Provinciale, Consiglio Comunale, Giunta Provinciale, Giunta Comunale, Assemblea Regionale Siciliana e Giunta Regionale e in tutte le commissioni competenti per materia) che, modificando il Piano Regolatore Generale del Comune di Pachino, hanno consentito l’approvazione di lottizzazioni e/o progetti che minacciano o potrebbero minacciare gravemente l’integrità e l’esistenza del Parco Archeologico dei Cugni (comprendente la necropoli, le carraie, le latomie e le grotte del Fico, Calafarina e Corruggi).

2) Sulle domande di ammissione si pronuncia il Consiglio Direttivo, le eventuali reiezioni debbono essere motivate.

3) Il Consiglio Direttivo cura l’annotazione dei nuovi aderenti nel libro dei soci

4) La qualifica di socio si perde per recesso, per esclusione o per decesso.

5) Il recesso da parte dei soci deve essere comunicato in forma scritta al Comitato almeno 15 giorni prima dello scadere dell’anno in corso.

6) L’esclusione dei soci è deliberata dall’Assemblea su proposta del Consiglio Direttivo per:

a) comportamento contrastante con gli scopi del Comitato;

b) comparsa di eventi configurabili tra le cause di esclusione previsti nell’art. 2 comma 5, non riscontrati o non palesati prima dell’iscrizione nel libro dei soci.

7) In ogni caso, prima di procedere all’esclusione, devono essere contestati per iscritto al socio gli addebiti che allo stesso vengono mossi, consentendo facoltà di replica.

8) Il socio receduto o escluso non ha diritto a ripresentare domanda d’iscrizione.

Art. 6

Doveri e diritti degli associati

1) I soci sono obbligati:

a) ad osservare il presente statuto, eventuali regolamenti interni e le deliberazioni legalmente adottate dagli organi associativi.;

b) a mantenere sempre un comportamento corretto nei confronti del Comitato;

2) I soci hanno diritto:

a) a partecipare a tutte le attività promosse dal Comitato;

b) a partecipare all’Assemblea con diritto di voto;

c) ad accedere alle cariche associative.

3) I soci non possono vantare alcun diritto nei confronti del fondo comune, né di altri cespiti di proprietà

del Comitato.

Art. 7

Organi del Comitato

1) Sono organi del Comitato:

a) L’Assemblea dei soci;

b) il Consiglio Direttivo;

c) il Presidente.

  1. Le cariche associative vengono ricoperte a titolo gratuito

  1. Ai titolari delle cariche spetta comunque il rimborso delle spese sostenute, autorizzate e documentate.

Art. 8

L’Assemblea

1) L’Assemblea è composta da tutti i soci e può essere ordinaria e straordinaria.

Ogni associato, persona fisica, dispone di un solo voto.

2) L’Assemblea ordinaria indirizza tutta l’attività del Comitato ed in particolare:

a) approva il bilancio consuntivo;

b) nomina i componenti del Consiglio Direttivo e il Presidente

c) delibera l’eventuale regolamento interno e le sue variazioni;

d) delibera l’esclusione dei soci;

e) delibera su tutti gli altri oggetti sottoposti al suo esame dal Consiglio Direttivo.

3) L’Assemblea ordinaria viene convocata dal Presidente del Consiglio Direttivo almeno una volta all’anno, per l’approvazione del bilancio consuntivo ed ogni qualvolta lo stesso Presidente o il Consiglio Direttivo o un decimo degli associati ne ravvisino l’opportunità.

4) L’Assemblea straordinaria delibera sulle modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto e sullo scioglimento del Comitato. L’assemblea straordinaria viene convocata dal Presidente del Consiglio Direttivo o da un numero di soci che rappresenti almeno i 4/10 di tutti gli associati.

5) L’Assemblea ordinaria e quella straordinaria sono presiedute dal Presidente del Consiglio Direttivo o, in sua assenza, dal Vice Presidente e in assenza di entrambi da altro membro del Consiglio Direttivo, eletto dai presenti;

Le convocazioni devono essere effettuate mediante avviso scritto o per posta elettronica da recapitarsi almeno 8 giorni prima della data della riunione, contenente ordine del giorno, luogo, data ed orario della prima e dell’eventuale seconda convocazione.

In difetto di convocazione formale o di mancato rispetto dei termini di preavviso, saranno ugualmente valide le adunanze cui partecipano di persona almeno 2/3 dei soci.

7) L’Assemblea, sia ordinaria che straordinaria, è validamente costituita in prima convocazione quando sia presente o rappresentata almeno la metà più uno dei soci.

In seconda convocazione, l’Assemblea è validamente costituita qualunque sia il numero dei soci intervenuti o rappresentati

8) Le deliberazioni dell’Assemblea sono valide quando siano approvate dalla maggioranza dei presenti, eccezion fatta per la deliberazione riguardante lo scioglimento del Comitato, e relativa devoluzione del patrimonio residuo, che deve essere adottata con il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati.

Art. 9

Il Consiglio Direttivo.

1) Il Consiglio Direttivo è formato da un numero di membri non inferiore a 4 e non superiore

a 9, nominati dall’Assemblea dei soci, fra i soci medesimi.­

I membri dei Consiglio Direttivo rimangono incarica un anno e sono rieleggibili per un solo mandato.

Possono fare parte del Consiglio esclusivamente gli associati maggiorenni.

2) Nel caso in cui per dimissioni o altre cause, uno o più dei componenti il Consiglio decadano dall’incarico, il Comitato direttivo provvede alla loro sostituzione nominando i primi tra i non eletti, che rimangono in carica fino allo scadere dello stesso comitato; nell’impossibilità di attuare detta modalità, il Consiglio altri Soci che rimangono in carica fino alla successiva Assemblea che ne delibera l’eventuale ratifica. Ove decada oltre la metà dei membri del Consiglio, entro 45 giorni, l’Assemblea provvede alla nomina di un nuovo Comitato.

3) Il Consiglio nomina al suo interno un Vice Presidente e un Segretario.

4) Al Consiglio Direttivo spetta di:

a) curare l’esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea;

b) predisporre il bilancio consuntivo;

c) deliberare sulle domande di nuove adesioni;

d) provvedere agli affari di ordinaria e straordinaria amministrazione che non siano spettanti all’Assemblea dei soci, ivi compresa la determinazione della quota associativa annuale.

5) Il Consiglio Direttivo è presieduto dal Presidente o, in caso di sua assenza, dal Vice­ Presidente e, in assenza di entrambi, dal membro più anziano in età.

6) Il Consiglio Direttivo è convocato di regola ogni due mesi e ogni qualvolta il Presidente lo ritenga opportuno, o quando almeno due terzi dei componenti ne faccia richiesta.

Assume le proprie deliberazioni con la presenza della maggioranza dei soci membri ed il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti.

7) Le convocazioni devono essere effettuate mediante avviso scritto o per posta elettronica, da recapitarsi almeno sette giorni prima della data della riunione, contenente ordine del giorno, luogo, data ed orario della seduta.

In difetto di convocazione formale o di mancato rispetto dei termini di preavviso, saranno ugualmente valide le adunanze cui partecipano tutti i membri del Consiglio.

8) I verbali di ogni adunanza del Consiglio Direttivo, redatti a cura del Segretario e sottoscritti dallo stesso e da chi ha presieduto l’adunanza, vengono conservati agli atti.

Art. 10

Il Presidente

1) Il Presidente, nominato dall’assemblea, ha il compito di presiedere il Consiglio Direttiva nonché l’Assemblea dei soci.

2) Al Presidente è attribuita la rappresentanza legaledel Comitato di fronte a terzi ed in giudizio.

In caso di sua assenza o impedimento le sue funzioni spettano al Vice Presidente o, in assenza, al membro anziano.

3) Il Presidente cura l’esecuzione delle deliberazioni del Consiglio Direttivo e in caso d’urgenza, ne assume i poteri chiedendo ratifica allo stesso dei provvedimenti adottati nell’adunanza immediatamente successiva.

Art. 11

Norma finale

1) In caso di scioglimento, cessazione o estinzione del Comitato, dopo la liquidazione, il patrimonio residuoverrà devoluto a fini di utilità sociale.

Art. 12

Rinvio

1) Per quanto non espressamente riportato in questo statuto si fa riferimento al codice civile e ad altre norme di legge, vigenti in materia di associazionismo.

Quest’oggi abbiamo capito che più o meno, e con l’umiltà del caso, siamo nella strada giusta. Oggi eravamo in 14.  Ma accanto delle persone che si sono accostate al nostro Movimento ora (e che ringraziamo tantissimo), ci sono tante altre persone che sono venute di nuovo a godere della bellezza di quello che consideriamo il Parco Archeologico dei Cugni, ma che in effetti Parco non è ancora.

Il percorso, grazie ad Antonello Capodicasa, si arricchisce ogni volta di un particolare mai messo in evidenza l’altre volte. Ed ecco che Antonello ci fa notare poco più in là delle carraie una successione di grotticelle che però sono sepolte da erbacce e rovi. Notiamo che le new entry che per la prima volta passeggiano con noi per il Parco, restano estasiate dei tesori che per troppo tempo sono stati sottratti alla cognizione della cittadinanza. Li vediamo che scattano foto e s’immergono in quel che è la culla della nostra civiltà, o meglio, di quella che rimasta stante la presenza di progetti devastanti dei resort vista depuratore. Ma ammirare ed immergersi nella natura e nella cultura, non basta.

I guanti e il sacchetto (due mezzi assolutamente innocui) sono le armi preferite per riappropriarci dei Cugni. Allora si fa la pulizia dei rifiuti della “civiltà” odierna. E subito ci viene da ridere pensando al fatto che Alessandro sta festeggiando il suo compleanno togliendo vasetti (!) da una grotticella. L’anno prossimo potrà raccontare che l’anno prima aveva pulito una tomba dell’età del bronzo.

Proseguiamo in direzione Calafarina, evitando di incontrare il cimitero di eternit che c’è nelle vicinanze. Entriamo e notiamo come il sito si presenta assolutamente privo di qualsiasi voglia indicazione o percorso, come del resto si presenta qualsiasi area che meriterebbe la giusta considerazione. Dopo gli scatti di rito ci avviciniamo alla Grotta del Fico e qui ribadiamo il concetto: come si fa a fare cingere d’assedio una Grotta (che è già stata in passato vittima di vandalizzazione), da un cantiere? Chi doveva vigilare? Sopratutto lo chiediamo agli amici che non erano mai stati nelle vicinanze della Grotta del Fico. Non c’è bisogno di dirci nulla, la risposta è nei nostri occhi.

Torniamo indietro a prendere i sacchi che anche oggi abbiamo riempito. E vediamo che i signori che prima venivano a sporcare, ora non sporcano più. Mangiano e civilmente ripongono tutto nei sacchetti della spesa. Un’ora prima, avevamo trovato uno scontrino: 12/1/13. Ok, non fa nulla. Se siamo passati dalle confezioni vuote di pasta, lattine, bottiglie di birra e di plastica e ai sacchetti di carta a uno scontrino, questo vuol dire che basta poco per cominciare a sovvertire certe abitudini.

D’altronde si passa da 2 a 13 presenze domenicali in 4 settimane. No?

Corrado Cugno
Vincenzo Giannone

Oggi 6 gennaio 2013, il Movimento Cittadino “Si al parco archeologico dei Cugni” dopo una settimana è andato a visitare C.da Cugni. Questa volta abbiamo avuto l’onore e il piacere di essere guidati dal prof. Antonello Capodicasa, che ci ha letteralmente immerso in una storia secolare che molti di noi disconoscevano.

La risposta, in termini di presenze, è stata in linea con la prima escursione. Ma trovare sei cittadini che vengono a vedere quanto sono ricchi (i Cugni sono di tutti e tali rimarranno), significa portare altre persone a conoscenza dell’esistenza di un Parco Archeologico che al momento è à la carte.

La nostra oggi non è stata solo un’escursione. E’ stata una lezione di storia del territorio, grazie al Prof. Capodicasa; è stata anche un’occasione per “lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato”, volendo citare Sir Robert Baden Powell. Abbiamo provveduto alla pulizia di una zona ricca di sepolture a forno (ce ne sono presenti 32 in tutto il Promontorio dei Cugni) che era stata adibita a ristorante e discarica di rifiuti urbani. In pratica nel Parco, si può (allo stato) bivaccare e lasciare spazzatura in giro. Non solo, si può fare crollare muretti a secco in maniera di occludere (parzialmente) una tomba. E per finire, si può tranquillamente entrare con la moto da cross e sfrecciare per il canyon come se nulla fosse. Da qui sorgono interrogativi forti.

Il primo che mi viene, da cittadino, è quello sull’utilità di un Parco che tale è formalmente. Sostanzialmente, appare chiaro che c’è un disinteresse conclamato a tutti i livelli: non si riscontra iniziativa alcuna per proteggere e VALORIZZARE quell’area. Il che significa solo una cosa. Regolare l’accesso al Parco (delimitare e vigilare i confini e creare dei punti d’accesso come avviene in tutte le riserve e/o parchi); dotare il Parco di un minimo di infrastrutture turistiche come segnaletica, percorsi guidati, punti ristoro. Ed in ultima analisi, capire perché un tale patrimonio può essere alla mercé di speculatori edilizi che poco hanno a che fare con un Parco.

 

E’ da ricordare che nella parte che volge ad est del Parco (C.da Lettiera e Cavittone) dove sono presenti le grotte del Fico e di Calafarina, sono presenti progetti di strutture alberghiere che tendono a minacciare l’area. Una di queste, citando un esposto di Legambiente, opererebbe in violazione del Piano Paesaggistico che impone l’assoluta inedificabilità a trecento metri dalla battigia. Inoltre richiederemo quali vincoli sono previsti per le necropoli, le carraie, le latomie e le tracce degli edifici che si possono scorgere in loco,oltreché per la Grotta del Fico (che è assediata da una lottizzazione) e per la Calafarina.

Tornando alla questione che mi pongo da cittadino, mi chiedo come tutto questo sia possibile e come la Sovrintendenza e il Comune di Pachino abbiano operato fino ad ora e con quali criteri. Il riconoscimento formale di un Parco è già un grande passo; a quanto abbiamo appreso e previsto. Poco male. Ma cosa ce ne facciamo di uno spazio fisico abbandonato a se stesso, quando potrebbe essere una valida attrattivo turistico-culturale?

Per molto (troppo) tempo, i Cugni sono stati considerati come una parte trascurabile di Pachino. Un posto dedito a pascolo o all’incuria di chi butta “u stierru” pieri pieri. Invece no!

Pensiamo che c’è un mondo laggiù che attende solo di essere abbracciato e amato. Abbracciato con tutti i 5 sensi protesi verso la bellezza; amato perché è da difendere: basta un paio di guanti e dei sacchi di plastica per lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. La mia generazione non conosce i Cugni. Quella di mia madre (che oggi era presente!) nemmeno. E ci giuro pure quella successiva. Le nuove generazioni devono amare la culla della nostra città e riuscire in ciò in cui tutti (almeno per ora) abbiamo fallito: fare godere di paesaggi incontaminati, vestigia elleniche, romane e dell’età del bronzo, chi verrà dopo di noi. Non occorre null’altro. Occorre amare e abbracciare la bellezza, che non ci hanno consentito di conoscere. Questa iniziativa che continuerà, è un passaparola che ci renderà meno succubi di decisioni che puntano al brutto (il cemento) e non al bello (il paesaggio, le tombe, le carraie e il grande canyon naturale).

Tutto questo si chiama Parco archeologico dei Cugni. Un parco vero e vivo, non sulla carta.

Avanti con la Causa, solo per la Causa.
Corrado Cugno
Vincenzo Giannone

Una volta ci fu raccontata una storia ambientata in un deserto. Un ricco industriale pieno di soldi, vagava per questo deserto senza viveri. Camminando, incontra una carovana di mercanti. “Aiuto Aiuto! Non mangio e bevo da giorni! Sono disposto a pagare milioni per un pezzo di pane e un bicchiere d’acqua!”. “Mi spiace, signore!” -disse il mercante-” ma qua vendiamo solo cravatte”. Sgomento, il ricco industriale ricomincio a vagare per il deserto. Quando incontra un’altra carovana di mercanti. Ripetendo la stessa cosa di prima (e con più veemenza), gli fu risposto alla stessa maniera. Sempre più desolato e allo stremo delle forze, il ricco vide di nuovo una carovana, ma anche questa vendeva cravatte! Quando sembrava finita, ecco che una città comparve all’orizzonte. Una città con un solo ristorante. Il protagonista di questa storia cominciò a correre con le sue ultime forze verso il ristorante. Ma il cameriere lo bloccò sull’uscio. “Vi prego, posso pagare! Sono ricchissimo! Vi posso dare quello che volete!” – disse il ricco. Ma il cameriere gli rispose di rimando: “Spiacente, signore. Ma qui non entra nessuno che non abbia una cravatta “.

Perchè questa fiaba innocente in un blog di un Movimento Cittadino a favore del Parco Archeologico dei Cugni? E’ una parabola di quello che non si è fatto mai a Pachino per contrastare sabotaggi e movimenti distruttivi e non costruttivi. Succede nel nostro paese, che quando c’è un pò di movimento più “rumoroso” del solito, tanti saltino sul treno; con le peggiori intenzioni: dividere, frantumare, ridicolizzare e seminare zizzania all’interno della Causa. Non ci siamo ancora riuniti ufficialmente però notiamo che qualcuno preoccupato del “rumore” che potrebbe avere un movimento d’opinione come il nostro, ha iniziato ad “interessarsi” (tra virgolette) a noi.

Perchè la cravatta? La cravatta è una metafora per indicare un principio d’esclusione che si fonda sulla coerenza e il buonsenso.La finalità del Movimento è chiara a tutti, ma purtroppo necessità un ulteriore chiarimento per chi ci appare sicuramente in buonafede. La nascità di un Parco Archeologico esclude automaticamente qualsiasi attività che possa interferire alla fioritura dello stesso.

In altre parole, la nostra Cravatta simboleggia un SI enorme ad un Parco ma anche dei NO. Il NO a una discarica o ad un’attività perpetua di estrazione (tre cave su quattro sono inattive, a quanto ci risulta); ma è altrettanto netto un NO A QUALSIASI INSEDIAMENTO TURISTICO – ALBERGHIERO che contamini di STUPIDITA’ la BELLEZZA DI UNA NECROPOLI SICULA UNICA NEL SUO GENERE.

In definitiva, questo porta all’automatico allontanamento di quelle persone che professano idee e atteggiamenti a favore, ad esempio, delle lottizzazioni.

L’obiezione potrebbe essere quella di non praticare metodi democratici all’interno di questo gruppo. Ma pensateci bene: se una persona è iscritta in un’organizzazione per la difesa dei diritti umani (Amnesty International, per esempio), può ragionevolmente essere a favore delle dittature? E se una persona è iscritta ad un movimento non violento per la Pace, può uscire la mattina e picchiare immigrati? E se una persona lavora in una comunità di recupero per tossicodipendenti, può essere anche uno spacciatore?

Chi parla di lottizzazioni che limitano l’accesso al complesso archeologico dei Cugni, può ragionevolmente essere a favore di un parco archeologico che proprio questo tende ad evitare?

Vincenzo Giannone

Corrado Cugno

“Corrado, che facciamo sabato mattina?”, chiesi. “Andiamo a farci una passeggiata nelal zona archeologica, così vediamo come è la situazione ai Cugni” , mi rispose Corrado.

Bene, è quello che abbiamo fatto oggi 22 dicembre 2012. Maledicendo, (o ringraziando i Maya, fate voi) previa colazione rigenerante, siamo andati a fare quattro scatti interessanti all’enorme richezza dei Pachinesi.

Carraie

Carraie

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Latomie

Oltrepassando la ferrovia, ci siamo imbattuti nelle carraie che i nostri avi usavano per trascinare carri pieni di mattoni opportunamente estratti dalle latomie. Qui la situazione ci sembrava, compatibilmente all’oblio della zona, accettabile.

Le cose comiciano a cambiare quando entriamo a contatto con le tombe a forno poco distanti. Oltre a un muro abbattuto che ostacola l’ingresso di una delle tombe a forno, notiamo cumuli di immondizia varia. DSCF2331
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Insomma alla bellezza preistorica di questa zona si somma anche la totale”bestialità” dell’evoluto uomo moderno. Eppure, le immagini parlano chiarissimo, questo posto è la fine del mondo. Immensi spazi di verde e roccia senza soluzione di continuità e all’improvviso, spunta una tomba neolitica!

Ritornando indietro verso il Macello, prendiamo la macchina ed andiamo a vedere la grotta del Fico. E’ una fenditura carsica unica nel suo genere. Una specie di “grotta verticale”, se vogliamo chiamarla così.

E qui mi viene lo scoramento e capisco perchè sia il sottoscritto che Corrado, ci siamo messi a fare questa battaglia, invece di stare “queti”. Intorno alla Grotta del Fico, sta nascendo un hotel! La distanza tra la Grotta del Fico e il cantiere è veramente risibile!

Lasciata la zona, andiamo verso la Grotta di Calafarina.

Siamo in presenza dell’Orrido assoluto e della Bellezza Assoluta a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Infatti, se la Grotta è fantastica e ci riecheggia storie di “truvatura” e di re, lo spettacolo che vediamo dopo fa veramente gridare allo scempio.

Sopra la Grotta, abbiamo dei cimiteri di eternit e vecchi copertoni.

Andando verso il mare, ci viene un dubbio. Dov’è la Grotta Corruggi? Beh, diciamocelo francamente. Salvo limitate eccezioni, non ci hanno educato alla conoscenza della nostra storia. Andando a tentoni, non l’abbiamo trovata. Ci siamo soffermati per qualche scatto presso “i Cosci i Ronna Razzia”. Rispondete a questo post su Facebook, indicandoci la strada!

Per finire, visita al villaggio romano sulla Morghella-Pachino. Purtroppo non ci sono foto. Sapete perchè? Perchè il villaggio, seppur nella disponibilità del Comune di Pachino, è adibito a recinto per le pecore. Avete capito bene, “u picuraru” ha messo le sue bestie la dentro praticando un buco nella rete. Fingendomi pecora pure io, mi sono introdotto nel nostro patrimonio. Poi abbiamo notato che il pastore non era contento.

Io non so se tutto questo è possibile. Non sono un tecnico, non sono un dottore in legge. Ma penso che il buonsenso è di tutti. E’ impossibile umanamente che si minacci in questa maniera la Grotta del Fico in questa maniera come è impossibile che la gente vada a scaricare amianto in zona archeologica o com’è impossibile che un provato possa rendere i resti di un villaggio romano il cesso delle proprie bestie.

Che dire, mobilitiamoci! Abbiamo un patrimonio culturale invidiabile.

La bellezza vincerà sull’ottusità del cemento, della gente e delle amministrazioni comunali.

Chi vuole venire il prossimo sabato?

Sono anni che ormai assistiamo alla deturpazione e allo scempio del nostro territorio. La tematica ambientale è sempre passata in secondo piano, non sono stati mai attuati nella nostra Pachino , dei piani di riqualificazione territoriale. La zona Archeologica dei Cugni è l’esempio per eccelenza di questa mancanza di interventi.Image

Cosa vogliamo? Vogliamo un qualcosa che è la normalità in un paese civile: rimpossessarci della nostra storia e della nostra cultura. L’istituzione di un parco archeologico fruibile a tutti, ci permetterà di non scordare chi siamo e di conservare e far conoscere un patrimonio culturale ai più sconosciuto.

Abbiamo tra le mani una potenziale fonte economica, in una fase storica dove sentiamo blaterare di “turismo di qualità”. Il vero turismo di qualità è da ricercarsi nella valorizzazione del territorio e non nel suo deturpamento.

Come direbbe Renato Accorinti (colui che iniziò a veicolare il messaggio della pericolosità del Ponte sullo Stretto), la nostra battaglia esprime un No per esprimere tanti SI.

  • No alle tonnellate di cemento in spregio al buonsenso e alla Costituzione (Art. 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”).
  • SI AD UN PARCO ARCHEOLOGICO APERTO A TUTTI
  • SI A UNO SVILUPPO TURISTICO ORDINATO LEGATO AL PATRIMONIO CULTURALE ED ETNOGRAFICO

Nelle prossime ore sarà attivo un gruppo Facebook e un profilo Twitter. Il nostro obiettivo è quello di aggregare quante più persone, movimenti, partiti e comitati possibili, per sensibilizzare la cittadinanza e promuovere l’idea di un Parco Archeologico ecompatibile che restituisca l’orgoglio di essere Pachinesi.

Siamo stanchi di essere accostati al degrado politico – ambientale che fa della nostra città il fanalino di coda della Sicilia sud-orientale. Dall’altro lato, vogliamo smetterla di lamentarci passivamente e delegare le nostre speranze, le nostre idee e i nostri progetti solo alle elezioni politiche. Riscopriamoci Pachinesi, accantonando tutte le sterili divergenze che all’atto pratico non valgono nulla.

                                SI AL PARCO ARCHEOLOGICO DEI CUGNI!

Vincenzo Giannone

Corrado Cugno